Vivere una vita senza stress, è possibile?
Cercando su Google “una vita senza stress” viene fuori qualunque cosa! Immagini di integratori alimentari che promettono miracoli, guru improvvisati che danno consigli o che impongono le mani, consigli erboristici etc.
Ma allora, se è vero che è possibile vivere una vita senza stress, come mai siamo costantemente tutti stressati? “Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, più di 300 milioni di persone nel mondo soffrono di depressione e questo numero sta crescendo, specialmente nei paesi più poveri. Oltre alla depressione, che è anche la prima causa di disabilità nel mondo, i sintomi dell’ansia sono sempre più diffusi: secondo Assosalute, soltanto nel nostro Paese l’85% degli italiani soffre di disturbi legati allo stress (The Vision –17/01/2020).
In verità, è impossibile vivere senza stress. Questi non vuol dire che è tutto falso quello che ci propinano o che non si possa fare nulla a riguardo, ma l’invito è come sempre quello di sviluppare una mente critica per fare buon uso di quello che leggiamo e che ci consigliano a seconda delle mode.
Questo articolo si propone di fare un po’ di chiarezza.
Perché quindi è impossibile vivere senza stress? Perché non è altro che una risposta di adattamento dell’organismo agli stimoli ambientali (chiamati anche “stressors” perché elicitano la risposta di adattamento). Gli stressors nell’essere umano hanno caratteristiche più complesse di quelle presenti nel regno animale; la ‘pressione’ o ‘richiesta’ dello stressor può essere, oltre che un evento esterno, anche un evento interno. A volte infatti un certo pensiero o sentimento, può essere causa di stress; mentre, in altre circostanze, lo stesso pensiero o sentimento può̀ essere una risposta a uno stimolo esterno, e quindi una manifestazione dello stress” (Kabat Zinn., 2005).
L’adattamento agli stressors ambientali, come tutto ciò che esiste, ha una sua utilità. Costituisce un mezzo con cui gli organismi riescono a mantenere la propria efficienza (non siamo fatti per stare sdraiati in un letto senza fare niente per esempio) e a volte a preservare la vita stessa in presenza di pericoli, traumi e cambiamenti da parte del nostro organismo.
Vivere senza stress significherebbe quindi non essere esposti ad alcun tipo di stimolo (nemmeno alla forza di gravità) e il nostro organismo non è di certo programmato per essere un’ameba. Perderebbe del tutto la sua efficienza, senza contare che anche gli eventi piacevoli comportano un qualche tipo di stress (prendere il sole per esempio, fare sport, provare emozioni piacevoli etc).
E niente, lo stress quindi è un elemento naturale della vita e come tale inevitabile.
Quando lo stress diventa un problema? Quando l’impatto dello stress ha conseguenze negative per l’organismo?
1) quando lo stressor a cui siamo esposti è intenso e di lunga durata (per esempio se siamo vittime di un incidente o di una calamità naturale). Uno stress prolungato può dar luogo ad un’attivazione cronica del sistema nervoso simpatico e, a lungo andare, portare a problemi come ipertensione, aritmie cardiache, disturbi digestivi, mal di testa cronici, mal di schiena, disturbi del sonno e a uno stato cronico di ansia – che a lungo andare si trasforma in depressione;
2) quando percepiamo lo stressors in maniera eccessivamente negativa e lo affrontiamo in maniera sregolata. È proprio il modo in cui interpretiamo e reagiamo ad una situazione che fa sì che essa sia causa di stress o meno. Ci sarà sicuramente capitato di avere un momento “no” in cui l’ennesima, piccola cosa, che in un altro momento non ci avrebbe mosso di un centimetro, ci scatena invece una reazione sproporzionata rispetto al fatto in se stesso. Altre volte avremo invece sperimentato di essere in grado di affrontare con il minimo sforzo non solo problemi piccoli, ma anche emergenze gravi.
Ne consegue che maggiore attenzione dedichiamo all’efficacia della nostra risposta agli stressors, maggiori possibilità avremo di evitare reazioni sregolate che aggravano la nostra condizione (Kabat Zinn., 2005).
Esempi di strategie inefficaci come risposta allo stress:
– negare il problema
– rifugiarsi nel lavoro compulsivamente
– buttarsi sull’alcool, cibo, nicotina, caffè, farmaci, droghe per sentirsi meglio in un momento difficile. Sono utili a breve termine o tamponano il sintomo. Ma creano danni a lungo termine, stressano il corpo e non insegnano certo a gestire lo stress.
Esempi di strategie efficaci per rispondere allo stess:
Il primo passo per affrontare efficacemente lo stress è capire ciò che ci sta succedendo, ascoltare il nostro corpo quando non è troppo tardi, imparare a coltivare la capacità di percepire la nostra esperienza e di essere consapevoli di quello ci succede esattamente quando ci succede.
Prendere contatto con la nostra esperienza ci permette di autoregolarci quando i livelli di stress non sono ancora entrati in modalità cronica.
E’ proprio questo che si impara a fare con la Mindfulness, si impara ad entrare in una nuova modalità, la “modalità dell’essere” che si contrappone alla “modalità del fare”, tipica della nostra società. Si impara ad essere presenti a sé stessi e a poter rispondere allo stress anziché reagire.
Se resti centrato e riconosci sia la natura stressante della situazione sia i tuoi impulsi a reagire, hai già introdotto nella situazione una dimensione nuova. Non sei più costretto a reprimere i pensieri e le emozioni che emergono. Ciò ti impedisce di non perdere il controllo e avere per esempio reazioni esagerate (per esempio rabbia incontrollata, alimentazione incontrollata etc; Kabat Zinn., 2005).
Per saperne di più, se hai commenti o domande, scrivi a info@studiomindfulbrain.it
Riferimenti:
– Kabat-Zinn, J. (2005). Vivere momento per momento. Corbaccio.
– The Vision 17012020: https://thevision.com/cultura/ossessione-positivita-social/